Tetti verdi per la gestione delle risorse idriche a scala di edificio e di distretto

I tetti verdi possono costituire una valida strategia per la gestione della qualitĂ  e della quantitĂ  delle acque di deflusso in aree urbanizzate. Sono infatti in grado di assorbire una parte significativa della precipitazione e dei contaminanti derivanti da deposizione atmosferica (nutrienti, elementi in traccia). Tuttavia le prestazioni dipendono fortemente dalla configurazione di questi sistemi che, se non opportunamente progettati e gestiti, possono diventare sorgente di inquinanti.

Descrizione

In aree densamente popolate, dove la forte impermeabilizzazione del terreno impedisce l’infiltrazione delle acque nel suolo, durante gli eventi precipitativi più intensi grandi quantitativi di acque dilavanti il suolo urbano raggiungono il sistema fognario in un breve periodo di tempo, creando notevoli problemi gestionali: il sistema fognario non è in grado di collettare tutta l’acqua di deflusso e si determinano fenomeni di allagamento; inoltre, le acque di deflusso si miscelano con le acque nere collettate e vengono in parte riversate nei corpi idrici recettori senza un adeguato trattamento preventivo di depurazione. Una strategia gestionale che sta prendendo piede nelle città è incentivare l’utilizzo dei tetti verdi per mitigare gli impatti delle “bombe d’acqua”.

La stratigrafia di un tetto verde deve rispettare la norma UNI 11235:2015 e prevedere, sopra la struttura portante, un elemento di tenuta, di protezione all’azione delle radici e di protezione meccanica, a cui segue un pannello drenante (polietilene, polistirene, granulare lavico, ecc.) e di accumulo, seguito da uno strato geotessile e infine da uno strato colturale (terreno misto a materiali alleggerenti quali pomice, lava, cocci di mattoni, fibre vegetali quali corteccia di pino, fibre di cocco, ecc.), sul quale viene piantumata la vegetazione. I tetti verdi vengono distinti in due macrocategorie, estensivi ed intensivi: i primi presentano spessori di substrato generalmente contenuti (2-15 cm) e vegetazione erbacea (ad esempio a Sedum), richiedono scarsa manutenzione e hanno un peso a massima saturazione compreso tra 90 e 150 kg/m2, mentre i secondi presentano spessori maggiori di substrato (10-120 cm), che permettono la piantumazione di vegetazione anche arbustiva o arborea (es. giardini pensili), hanno costi di manutenzione più elevati e raggiungono un peso a massima saturazione compreso tra  350 e 700 kg/m2.

Dal punto di vista idrologico, i tetti verdi sono in grado di trattenere le acque meteoriche di un evento precipitativo fino al 100%, rilasciandole poi per evaporazione e/o evapotraspirazione: questo permette di ridurre e ritardare i picchi di runoff delle acque di deflusso urbane. Per questa ragione i tetti verdi sono considerati tra le nature based solutions per la gestione delle acque di deflusso meteoriche in aree densamente antropizzate. Inoltre, recenti ricerche hanno dimostrato che, durante i periodi di intensa evapotraspirazione, le sostanze contaminanti presenti nelle precipitazioni (es. azoto, metalli in traccia) possono essere assorbite dai tetti verdi, riducendo il trasferimento all’ambiente. Tuttavia, i tetti verdi, se non correttamente progettati, possono contribuire all’inquinamento idrico, rilasciando contaminanti dal suolo, dai fertilizzanti o dai sistemi di drenaggio che li costituiscono: ad esempio, è stato evidenziato un significativo rilascio di nutrienti, sostanza organica e di alcuni elementi di traccia. Ciò implica che le acque defluenti dai tetti verdi corrispondano ad acque moderatamente inquinate, soprattutto da nutrienti e, perciò, necessitano di un adeguato processo depurativo prima dell’immissione in corpi idrici naturali. In termini di riutilizzo all’interno dell’edificio, le acque defluenti dai tetti verdi potrebbero essere destinate all’irrigazione del verde pensile stesso, oppure utilizzate negli scarichi.

Campo di applicazione

La tecnologia si applica all’involucro edilizio esterno (tetto, pareti), ma anche potenzialmente alle pertinenze esterne (ad esempio sopra i box, le cantine, ecc.). Dal punto di vista tecnico è possibile realizzare il verde pensile su tetti/pareti da orizzontali a verticali. Normative recenti nazionali ed europee incentivano l’utilizzo di questi sistemi rispetto a quelli tradizionali (Direttiva 2010/31/UE, d.g.r. n. 6829 del 30/06/2017 di Regione Lombardia, Bonus verde 2018, ecc.).

Prestazioni

La capacità di fornire servizi ecosistemici in termini di quantità e qualità dell’acqua percolante è fortemente determinato dal tipo/configurazione del tetto verde e dalle condizioni climatiche locali. Spessori di suolo maggiori e pendenze meno elevate massimizzano infatti la ritenzione di acqua e contaminanti. Dal punto di vista gestionale, i tetti verdi estensivi richiedono meno manutenzione in termini di semina, irrigazione, applicazione di fertilizzanti, fitofarmaci e potatura rispetto a quelli intensivi: essi possono quindi essere adeguatamente progettati per massimizzare i benefici ambientali, riducendo il rilascio di nutrienti all’ambiente. Anche il clima incide significativamente sulle prestazioni di questi sistemi: climi troppo aridi non favoriscono infatti il mantenimento della vegetazione piantumata, mentre climi troppo piovosi non permettono una adeguata evaporazione dell’acqua tra un evento precipitativo e l’altro.

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